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Dott.ssa Giuditta Mastrototaro

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Supermercato: “Non sta un minuto ferma!” Giulia di 3 anni è un terremoto

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Supermercato, ma non solo: quante volte ci sentiamo stanche e impotenti di fronte ad un bambino/a che è molto vivace: corre invece di camminare, tocca ogni cosa che incontra, sembra non ascoltare quando gli si parla e finisce per fare a modo suo. Ci sono delle ragioni per cui i bambini si comportano in un certo modo. Ecco alcuni elementi da tenere in considerazione per comprenderli meglio.

1. Elementi per comprendere meglio i nostri figli

Guardano al mondo con magia.

Anche se cerchi di spiegare a tua figlia che non deve toccare i prodotti che vi sono sui banconi del supermercato, lei può guardarti, dire di sì con la testa e poi non resiste e tocca tutto quello che vede. Per i bambini non ci sono sempre spiegazioni logiche e coerenti. Le ragioni di ciò che accade possono essere magiche, come attribuire un’anima o una volontà a un oggetto. Diciamo così, che non è lei che tocca i prodotti, sono i prodotti che giocano con lei. Se riuscissimo a vedere il mondo con i loro occhi, possiamo appunto scoprire che guardano il mondo con magia.

Vivono nel qui e ora.

Quanto più sono piccoli, tanto più sono ancorati al presente, al pensiero concreto. Per questo motivo non riescono a prevedere gli effetti dei loro comportamenti su gli altri, né tanto meno sono in grado di mantenere la promessa data di non toccare nulla quando si trovano di fronte ad uno stimolo molto interessante, come possono essere i prodotti di un supermercato. I bambini imparano osservando tutto ciò che hanno intorno a loro come: il colore, il peso, la consistenza di tutto quello che toccano. Non lo fanno per farci un dispetto, né tanto meno perché non vogliono ascoltarci. Se invece attribuiamo al comportamento dei bambini dei valori morali e gli diciamo: “Sei un bambino capriccioso” oppure “Non hai rispetto per nessuno” siamo fuori strada, perché è solo molto più avanti, nell’età della scuola elementare che il bambino inizierà a cogliere un pensiero morale di giusto e ingiusto, per sé e per l’altro. Evitiamo quindi di colpevolizzare i bambini.

Imparano se agiscono.

Agire è un comportamento spontaneo e naturale. Il bambino non impara da quello che spieghiamo ma da quello che sperimenta. I cinque sensi (guardare, ascoltare, gustare, odorare, manipolare) sono gli strumenti che i bambini usano per comprendere il mondo che li circonda, attraverso il pensiero senso motorio come ci ha insegnato lo psicologo J.Piaget. Un piccolo per tutta la prima e la seconda infanzia ha una capacità di attenzione massima di 10/15 minuti è per questo che non riesce a stare fermo per molto tempo. Inoltre, è normale che ci siano incidenti con oggetti che prende in mano con le più buone intenzioni ma che poi gli cadono per terra.

Cara mamma di Giulia ci credo che tu faccia molta fatica al supermercato a impedire di far toccare, aprire e giocare con la merce a disposizione.

Questo accade semplicemente perché quella non è la cornice adatta per un bambino e in quelle occasioni gli adulti rischiano di fare richieste inadeguate, rispetto alle capacità di comprensione del bambino.

2. quindi, come comportarsi al supermercato?

Prevenire situazioni complesse da gestire.

Bambini che non riescono a stare fermi, che interagiscono molto sul piano fisico, cerchiamo di non esporli in ambienti o situazioni non adatti a loro, perché potremmo cadere in reazione poco educative piene di pretese o magari di rabbia, esasperati noi stessi, da queste situazioni in cui ci siamo ritrovati.

Riconoscere le nostre aspettative di adulti.

Aspettarsi che un bambino sia tranquillo e composto ad esempio al supermercato o a tavola oppure che facciano in fretta: la mattina per fare colazione, per vestirsi, è spesso irrealistico. In realtà, la lentezza con cui i bambini fanno le cose: allacciarsi le scarpe, infilarsi la giacca ecc.. dal punto di vista educativo non sono un qualcosa da velocizzare, per rispettare i nostri tempi, ma sono un qualcosa di naturale che i bambini fanno per crescere nelle loro competenze.

Lasciamogli il tempo per imparare giocando.

Una volta accettato che il bambino impara dall’esperienza, occorrerà dargli  il tempo per regolare i propri comportamenti in base alle situazioni. Concediamogli la possibilità di imparare a fare le cose giocando. Possiamo ad esempio coinvolgere i bambini a svolgere le attività quotidiane utilizzando la fantasia e il gioco per aiutarli a vestirsi, lavarsi e fare colazione. Il gioco del “far finta” è un modo attraverso il quale i bambini possono rielaborare e dare ordine e sequenzialità alle azioni di tutti i giorni.

3. Ulteriori considerazioni

Se ci sono comportamenti dei nostri figli grandi o piccoli che non riusciamo a comprendere e che ci stanno facendo vivere con più fatica la nostra relazione con loro, può essere utile fare un po’ di chiarezza e chiedersi:

quali sono i sentimenti di mio figlio?
Quali sono i suoi bisogni?
Sto facendo delle richieste adeguate allo sviluppo cognitivo ed emotivo?
C’è un altro modo che posso utilizzare per non reiterare i comportamenti che non mi piacciono?

Non c’è un solo modo per affrontare un problema, se facciamo sempre le stesse cose, riceveremo sempre gli stessi risultati. Riuscire a cambiare prospettiva ci aiuterà ad attivare maggiormente il nostro pensiero creativo e la nostra intelligenza emotiva ed empatica.

 

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Giuditta Mastrototaro
Pedagogista
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