conflitti in età scolare
Dott.ssa Anna Dioni

Dott.ssa Anna Dioni

La gestione dei conflitti in età scolare: 4 strategie

INDICE CONTENUTI

1. Gestione dei conflitti con i figli: introduzione

La gestione dei conflitti in età scolare in modo positivo è fondamentale in ogni contesto sociale, dalla scuola alla famiglia. I bambini devono essere educati a gestire i conflitti in modo corretto sin da piccoli, perché solo così potranno imparare a risolvere le situazioni in modo pacifico.

1.1 Cos’è un conflitto?

Il conflitto è sempre l’espressione di un bisogno insoddisfatto.

Alla base di un conflitto c’è sempre un qualcosa che non va, un disagio insoddisfatto e inespressoDisagio che, per tale ragione, deve essere conosciuto e compreso per essere risolto.   In questo senso, il conflitto può essere visto in modo sano e positivo perché permette alle persone coinvolte di esprimere il proprio disagio e risolverlo.

1.2 Da cosa nasce un conflitto?

Il conflitto interpersonale, infatti, si sviluppa tra due persone quando la soddisfazione di un desiderio o il conseguimento di un obiettivo da parte di un singolo entra in contrasto con i desideri e gli obiettivi di altre persone.

Entrare in conflitto significa iniziare a discutere con un’altra persona e aprire un contesto comunicativo e dialogico che favorisce e offre l’opportunità di uno scambio attivo e concreto.

Ogni comunicazione, così come ogni conflitto, necessita di abilità di interazione sociale, come ascolto attivo e dialogoassertivitànegoziazione e comprensione.

2. Perché è importante imparare a gestire i conflitti in età scolare?

2.1 La gestione dei conflitti in età scolare in modo positivo

Come anticipato, il conflitto in sé per sé non è dannosoanzi se gestito e risolto efficacemente può essere molto positivo.

Conflitti che si protraggono nel tempo, non risolti, diventano causa di rancori, aggressività e stress; ciò è sicuramente deleterio per tutti i rapporti interpersonali.

La gestione dei conflitti efficace non significa soltanto risolverli, bensì conoscere le cause e le motivazioni che li hanno generati e le strategie per poter giungere alla loro pacifica risoluzione.

Questa capacità di gestire i conflitti in modo positivo non è semplice da attuare, soprattutto per i bambini e i ragazzi che devono essere educati in questo da noi adulti.

2.2 Cosa succede se i conflitti in età scolare si protraggono nel tempo?

I conflitti in età scolare che si protraggono nel tempo, non risolti, diventano causa di rancori, aggressività e stress.

Ciò è sicuramente deleterio per tutti i rapporti interpersonali. La gestione dei conflitti efficace non significa soltanto risolverli, bensì conoscere le cause e le motivazioni che li hanno generati e le strategie per poter giungere alla loro pacifica risoluzione.

3. Il ruolo degli adulti nella gestione dei conflitti in età scolare

Soprattutto per i bambini e i ragazzi, la gestione dei conflitti in età scolare può essere difficile, ma è importante che gli adulti li educano in questo senso. Troppo spesso, infatti, i giovani adottano comportamenti aggressivi e provocatori che possono portare a conflitti senza soluzione.

Il conflitto, invece, deve essere visto come una condizione di incompatibilità che inizia con l’opposizione ma termina sempre con la risoluzione. L’obiettivo principale del conflitto è ristabilire l’equilibrio personale e interpersonale attraverso l’uso di specifiche strategie di gestione dei conflitti.

4. Strategie per la gestione dei conflitti in età scolare

Per la gestione efficace dei conflitti in età scolare è necessario mettere in campo le proprie personali capacità, tra cui:

4.1 Assertività

L’assertività è una capacità che ci permette di esprimere le nostre idee e i nostri sentimenti in modo chiaro e diretto, senza offendere gli altri o subire passivamente. Essere assertivi significa saper difendere i propri diritti e le proprie opinioni senza diventare aggressivi o passivi-aggressivi. Questa capacità è fondamentale per gestire i conflitti, poiché ci consente di esprimere i nostri bisogni e le nostre aspettative in modo chiaro e costruttivo. Inoltre, essere assertivi ci aiuta a evitare conflitti futuri, poiché le persone che ci circondano sapranno come comportarsi in modo appropriato.

4.2 Dialogo e ascolto attivo

Il dialogo e l’ascolto attivo sono altre due capacità essenziali per gestire i conflitti. Il dialogo ci consente di comprendere i punti di vista degli altri e di esplorare insieme soluzioni efficaci. L’ascolto attivo, d’altra parte, ci consente di comprendere appieno ciò che l’altra persona sta dicendo e di dimostrare il nostro interesse per i loro pensieri e sentimenti. Questa capacità ci consente di evitare fraintendimenti e di creare una comunicazione efficace tra le parti coinvolte nel conflitto. Inoltre, l’ascolto attivo ci aiuta a creare un clima di fiducia e rispetto reciproco.

4.3 Capacità di gestire le proprie e altrui emozioni

La capacità di gestire le proprie e altrui emozioni è un’altra abilità fondamentale per la gestione dei conflitti. Quando ci troviamo in situazioni di conflitto, le emozioni possono facilmente prendere il sopravvento e rendere difficile una gestione efficace della situazione. Tuttavia, se siamo in grado di gestire le nostre emozioni, possiamo mantenere la calma e la lucidità, evitando di reagire impulsivamente. Inoltre, se siamo in grado di comprendere le emozioni degli altri, possiamo evitare di provocarle e creare un clima di collaborazione.

4.4 Intelligenza emotiva

L’intelligenza emotiva è una capacità che ci consente di comprendere e gestire le nostre emozioni e quelle degli altri. Questa competenza ci consente di capire i bisogni e i desideri degli altri e di creare un clima di empatia e comprensione reciproca. Inoltre, l’intelligenza emotiva ci aiuta a comprendere le dinamiche sociali e a creare relazioni positive con gli altri.

 

5. Domande e risposte

5.1 Come posso incoraggiare mio figlio a parlare apertamente dei suoi sentimenti durante il conflitto e ad ascoltarmi?

Crea uno spazio sicuro per parlare: Assicurati che tuo figlio si senta a proprio agio a parlare dei suoi sentimenti con te. Crea un ambiente senza giudizio e mostra che sei disposto ad ascoltare senza interrompere o criticare.

Fai domande che incoraggino tuo figlio a pensare in modo critico sui suoi sentimenti. Ad esempio, invece di chiedere “Perché sei arrabbiato?”, chiedi “Cosa ti ha fatto arrabbiare?” Questo permetterà ai tuoi figli di esplorare i loro sentimenti in modo più dettagliato.

5.2  Come posso aiutare i miei figli a distinguere tra conflitti che possono essere risolti e quelli che richiedono un compromesso?

Incoraggiare il proprio figlio a parlare dei propri sentimenti durante un conflitto e ad ascoltare gli altri può essere un processo complesso, ma ci sono alcune cose che puoi fare per aiutarlo a sviluppare queste abilità.

        Creare uno spazio sicuro per parlare, facendo in modo che tuo figlio si senta a suo agio a parlare dei suoi sentimenti con te.

        Fare le domande giuste: al posto di chiedere “perché sei arrabbiato?”, prova a domandare “Cosa ti ha fatto arrabbiare?”. In questo modo tuo figlio potrà esplorare i suoi sentimenti in modo più profondo.

        Insegnare a mettersi nei panni altrui: chiedi a tuo figlio come pensa che l’altra persona si senta durante il conflitto, in questo modo lo incoraggerai a considerare il punto di vista dell’altro.

5.3 Cosa fare se il conflitto con mio figlio non si risolve?

Cerca innanzitutto di capire da cosa è nato il conflitto e quali possono essere le esigenze da parte di tuo figlio. Potrebbe esserci stato un malinteso o un problema che non avevi inizialmente considerato.

Trovare un compromesso a volte può essere la soluzione migliore: cerca di trovare un punto di incontro che possa soddisfare entrambe le parti.

Se il conflitto sembra insuperabile, chiedi aiuto a un terapeuta familiare o a un mediatore. Un professionista è in grado di identificare le problematiche più profonde e aiutarvi a trovare insieme una soluzione.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Anna Dioni
Pedagogista clinica e consulente pedagogica
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