NIDO
Dott.ssa Laura Savignano

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Nido: perché è importante?

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Sarà la scelta giusta? Non è troppo piccolo? Le persone che si prenderanno cura di lui saranno abbastanza amorevoli e competenti? Si ammalerà spesso? Piangerà tanto?”

1. Introduzione

Sarà la scelta giusta? Non è troppo piccolo? Le persone che si prenderanno cura di lui saranno abbastanza amorevoli e competenti? Si ammalerà spesso? Piangerà tanto?”

Ecco i principali dubbi che assalgono i genitori quando arriva il momento di decidere se mandare o meno il proprio bimbo all’asilo. Spesso diviene una necessità obbligata, ma a volte invece si ha la possibilità di scegliere.

Optare per tale scelta però può rivelarsi molto importante ed efficace per lo sviluppo del bambino. Vediamo insieme perché.

2. L’importanza della routine

Vivere la vita del nido significa entrare a far parte di una comunità educante, fatta di persone, tempi e regole.

Il tempo svolge un ruolo fondamentale all’interno di un ambiente educativo. Il bambino ha bisogno di vivere quotidianamente gli avvenimenti che si ripetono regolarmente, che gli diano sicurezza e che gli permettano di collocare delle situazioni in sequenze spazio temporali. Allo stesso tempo, ha anche bisogno di novità e situazioni diverse che continuino a stimolarlo e che generino in lui stupore e curiosità.

La giornata al nido è scandita da determinate attività che si ripetono sempre in maniera costante e regolare, in modo da permettere al bambino di riconoscere azioni e situazioni, di prevedere spazi e comportamenti. Queste attività prendono il nome di routine e si caratterizzano per il loro ripetersi in maniera costante, divenendo delle vere e proprie abitudini.

Man mano che il bambino vive e sperimenta determinate routine, diventa sempre più facile per lui interiorizzarle e seguirle in modo automatico, acquisendo uno schema della giornata. Queste azioni gli conferiscono la consapevolezza e la sicurezza di cui ha bisogno per andare avanti nella sua quotidianità al nido; egli infatti sa esattamente cosa avviene dopo un certo momento e sa dunque cosa aspettarsi, rimanendo tranquillo e sereno.

Le routine principali sono caratterizzate nel seguente modo: l’ingresso e l’accoglienza al mattino, la merenda, il cambio, il pranzo, la nanna e l’uscita e il ricongiungimento al pomeriggio.

Approfondiamo in breve i due momenti principali e più delicati delle routine: l’accoglienza e il ricongiungimento.

L’accoglienza appena si arriva al nido, che prevede il distacco dal genitore, è come abbiamo detto la prima routine importante che avviene e non è sempre facile viverla nel modo adeguato. È un momento delicato per il bambino e anche a volte soprattutto per il genitore, che non vuole lasciarlo andare. Il neonato avverte questa sensazione di ansia, disagio, paura dell’adulto e a sua volta tende a imitare e ripetere queste emozioni. Il distacco dal genitore invece deve avvenire in modo sereno e veloce, facendo capire al proprio bimbo che lui stesso è sicuro che in quel contesto starà bene con le figure di riferimento e con i suoi coetanei e che si rivedranno al ricongiungimento del pomeriggio. E’ fondamentale verbalizzare il tutto, salutando il proprio figlio e spiegando che lo si verrà a prendere non appena si finisce di lavorare.

Lo stesso vale per il ricongiungimento in uscita. Anche questo momento è abbastanza difficoltoso e carico di sentimenti contrastanti. Spesso infatti gioia e tristezza si mescolano o si alternano. Il bambino che sta giocando nello spazio in uscita può cominciare a piangere non appena vede arrivare gli altri genitori, non trovando i propri. Oppure può capitare anche che all’arrivo della mamma e del papà l’emozione e la gioia siano così forti da non essere in grado di gestirle in modo appropriato, scoppiando in un pianto a dirotto o buttandosi per terra. E’ tutto normale, voi siate pazienti e abbracciatelo forte, passerà!

3. Nido: l’autonomia, lo sviluppo socio-emotivo e il linguaggio

Il ruolo educativo svolge un compito fondamentale nel rapporto bambini/adulti. La parola educare deriva dal latino ex-ducere che significa condurre fuori. La relazione educativa dunque è quella pratica che permette all’educatore di tirar fuori, di far esternare e valorizzare quelle risorse e competenze che il bambino già possiede.

L’idea di bambino è quella infatti di un essere attivo e competente, che sviluppa determinate abilità e impara pian piano a stare al mondo e con gli altri.

Ma perché è così importante per un bambino andare al nido? Proprio perché in questo contesto,  pensato e progettato per lui da figure esperte, potrà sviluppare e affinare diverse competenze e apprendere.

Il setting verrà progettato in base alla fascia d’età del bambino e sarà strutturato con gli adeguati materiali. La dimensione della cura, il senso e il progetto pedagogico, caratterizzeranno il lavoro educativo, che avrà come focus il bambino, il suo benessere e il suo sviluppo.

L’adulto sarà sempre presente accanto a lui, accompagnandolo e sostenendolo nel suo percorso di crescita. Lo aiuterà a raggiungere gli obiettivi generali che riguardano le macroaree dello sviluppo della sua età. Tra quelle principali:

area dell’autonomia: sviluppare il senso di sé, conquistare un’autonomia a livello motorio, imparare a mangiare da soli, promuovere la cura di sé, imparare a riordinare, interiorizzare gli spazi;

area socio-emotiva: imparare a stare con gli altri, imparare a condividere i giochi, rispettare tempi e regole, entrare in contatto con gli altri;

area linguaggio: favorire la comprensione e la produzione linguistico-verbale, sviluppare la capacità di ascolto, stimolare l’attenzione e renderla più duratura, imparare ad esprimere propri bisogni ed emozioni.

4. Il nido e la relazione con le famiglie

Ogni bambino che entra al nido porta la sua unicità, la sua storia, la sua famiglia e la sua cultura di appartenenza. È un momento di scambio, di incontro con l’altro e con sé stesso.

L’obiettivo principale della vita al nido è quello di valorizzare il bambino durante i diversi momenti di vita quotidiana e creare nello stesso tempo una relazione di fiducia con lui e la sua famiglia.

Il rapporto che si crea tra nido e famiglia è dunque un rapporto co-partecipato in ogni momento, è un percorso che si fa insieme, fatto di confronti, dubbi e condivisione

Esistono diversi momenti durante l’anno in cui ci si può soffermare maggiormente e avere un dialogo costruttivo con le figure di riferimento che seguono il vostro bambino.

Come si comporterà il mio bimbo durante la giornata educativa? Giocherà con gli altri? Riuscirà ad addormentarsi in modo tranquillo? Sarà come a casa?”

I colloqui individuali sono tra gli strumenti principali che il nido offre alle famiglie per condividere il percorso del bambino e soprattutto per rispondere a tutte le domande e curiosità dei genitori. Si tratta di un momento che ci si prende con calma, dedicato al singolo, in cui si dà un rimando al genitore su quanto accaduto finora.

Nel colloquio potranno essere presentati i punti di forza e i progressi raggiunti dal vostro bambino, e anche quelle aree un po’ più fragili, nelle quali il bimbo fa un po’ più fatica, che dovranno essere sostenute e rafforzate. Inoltre verrà descritto come il bambino vive le routine della giornata.

Oltre ai colloqui, vi saranno altri momenti di dialogo e di scambio tra genitori ed educatrici: la riunione di inizio e fine anno e le serate a tema con la pedagogista.

E’ importante che il genitore si apra e si fidi della figura che si prende cura del proprio bimbo, creando un legame di cooperazione e condivisione. Questo si rivelerà efficace per trasmettere la tranquillità e la serenità al bambino e per vivere la vita del nido al meglio. Sarà un importante e fondamentale percorso di crescita per lui, vedrete che non ve ne pentirete!

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Laura Savignano
Educatrice d’infanzia e consulente pedagogica
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