L’occhio pigro: un problema da intercettare precocemente. Clinicamente chiamata ambliopia il pediatra Vittorio Vezzetti ci spiega di cosa si tratta
Indice
1. Cos’è l’ambliopia
L’ambliopia è una condizione che interessa il 4% della popolazione mondiale ed è quindi caratterizzata da una riduzione più o meno marcata della capacità visiva di un occhio o, MOLTO più raramente, di entrambi.
In breve, si può dire che dipende da un’alterata trasmissione del segnale nervoso tra l’occhio e il cervello per cui il cervello privilegia un occhio a causa della ridotta acuità visiva dell’altro.
2. Come stimolare nel bambino l’interesse nella lettura?
Non sconfortarti se per settimane o per mesi i tuoi figli non degneranno di uno sguardo nessun libro o non si avvicineranno nemmeno alla libreria. È un atteggiamento del tutto normale!
I bambini, a seconda delle competenze che acquisiscono in un determinato periodo, sono più attratti da giochi senso-motori o da giochi manuali e statici.
Ad esempio, attorno all’anno di vita, non possiamo aspettarci che i bambini siano interessati troppo alla lettura, perché sono più concentrati a sperimentare e ad affinare le nuove capacità motorie di equilibrio e di sensorialità dei piedi.
Allora come fare?
3. Come riconoscere l’occhio pigro nei bambini?
Una situazione importante è quella in cui vi è una forte differenza di capacità visiva tra un occhio e l’altro. In questo caso (ambliopia conosciuta anche come occhio pigro) il genitore non si accorge del problema perché la visione binoculare è conservata ed efficiente ma l’occhio pigro tende a lavorare sempre meno comportando anche un’atrofia della via nervosa corrispondente fino all’atrofia della corteccia occipitale corrispondente.
Allo stato delle conoscenze attuali può essere trattata con possibilità di successo più o meno completo solo entro i primi 5-6 anni di vita ma, se possibile, andrebbe identificata entro i tre anni.
3. Le cause dell’ambliopia e le terapie
Le cause più comuni dell’ambliopia sono:
- Lo strabismo, cioè un anomalo allineamento degli occhi, provocato da un difetto dei meccanismi neuro-muscolari che ne controllano i movimenti;
- Cataratta congenita e ptosi palpebrale;
- Anisometropia, cioè una differente refrazione tra i due occhi.
La terapia anti-ambliopica va impostata il più presto possibile in stretta collaborazione con gli ortottisti.
Il primo intervento, dopo una corretta valutazione e correzione dei difetti refrattivi e/o delle cause che anatomicamente impediscono la corretta proiezione sulla retina delle immagini provenienti dall’ambiente esterno (come cataratta o ptosi palpebrale), consiste nell’occlusione diretta con bende adesive.