svezzamento quando perché e come iniziare
Dott. Vittorio Vezzetti

Dott. Vittorio Vezzetti

Svezzamento: quando, come e perché iniziare

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Quando, come e perché iniziare lo svezzamento? Quali sono le tappe dello sviluppo da conoscere? A quali ingredienti fare attenzione?
In questo articolo ti spiegherò brevemente come avviene il passaggio dal latte ai cibi solidi.

Lo svezzamento è un argomento delicato, complesso e che divide sia i genitori, sia i medici.

Non amo gli estremismi, mentre credo che sia importante maturare una consapevolezza riguardo a tutto ciò che riguarda il tema dello svezzamento nei bambini, dopodiché compiere scelte ragionate, sia in base alle esigenze del bambino, sia alle preferenze dei genitori.

Ad ogni modo, a prescindere che tu preferisca lo svezzamento tradizionale o il cosiddetto autosvezzamento, ci sono alcune tappe dello sviluppo del bambino e alcuni fattori da tenere in considerazione.

In questo articoli li vediamo e affrontiamo insieme uno per uno.

1. Svezzamento e latte materno

Un primo elemento a cui fare attenzione è il latte materno.

In un precedente articolo, la dottoressa Anna Galbiati, biologa nutrizionista, ti ha parlato dell’alimentazione da seguire durante l’allattamento del bambino.

Nello specifico nell’articolo si analizzavano in dettaglio i benefici del latte materno e dell’allattamento al seno (per le donne che hanno possibilità e l’intenzione di allattare naturalmente) e i vantaggi, per mamma e bambino, anche nel lungo periodo.

Per avere il quadro completo, però, è importante fare un passo in avanti. Infatti, il latte, sia quello materno, che quello artificiale, per quanto sia un alimento fondamentale non è completo.

Nello specifico, il latte è carente di ferro e questo, a lungo andare, potrebbe causare dei problemi.

Nulla di cui allarmarsi: basti sapere che questa è la motivazione per cui, dopo i 6 mesi di vita del bambino, si consiglia l’introduzione di altri alimenti.

Se fino ai 6 mesi il latte contiene tutte le sostanze nutritive necessarie, dopo tale età il corpo e più in generale l’organismo hanno bisogno anche di altro per svilupparsi nei tempi e modi corretti.

Vediamo insieme adesso quali alimenti sono sconsigliati e quali, invece, possono essere introdotti in maniera misurata.

2. Svezzamento: come iniziare 

Se ti stai chiedendo se è preferibile optare per uno svezzamento tradizionale o l’autosvezzamento, di seguito vediamo un tema importante da considerare prima di fare tale scelta.

Premesso che le metodiche di svezzamento risentono enormemente di fattori culturali e ambientali, così come delle preferenze del bambino e della sua famiglia, si consiglia, anche a causa di una maggiore permeabilità intestinale, di iniziare con alimenti poco allergizzanti. 

Questo è uno dei motivi per cui l’autosvezzamento, che prevede l’introduzione degli alimenti in base alle manifestazioni di interessi e preferenze del bambino, non ritengo essere la scelta migliore. 

Un consiglio che mi sento invece di dare è l’ordine in cui introdurre determinati argomenti.

Un esempio pratico: frutti come pera, mela e prugna possono precedere di un mese l’introduzione di pappe sapide.

3. Quali cibi evitare durante lo svezzamento

Quando si inizia con lo svezzamento, a prescindere dalla tipologia scelta, è bene ricordare che alcuni ingredienti e pratiche sono sconsigliati o da evitare completamente.

1. Sale

Data l’immaturità renale dei bambini, fino ai 12 mesi di vita è vietata l’aggiunta di sale ai cibi. 

Si consiglia quindi di far assaggiare e introdurre gradualmente nella dieta dei bambini gli alimenti in purezza e attendere che lo sviluppo dei reni sia completo prima di aggiungere il sale.

In caso contrario, il bambino avrebbe difficoltà o impossibilità a smaltire correttamente alcune sostanze, compromettendo le sue funzioni biologiche.

2. Glutine

Il glutine, in misura moderata, è consentito dai 6 mesi in poi.

Da quanto emerge da alcune ricerche svedesi sul tema, un’introduzione smodata di glutine è stata correlata a un aumento di celiachia nei bambini, ma anche la soppressione del glutine è stata correlata a un occultamento e, quindi, a un riconoscimento tardivo di questa condizione.

Per cui, come in tanti altri ambiti, è buona pratica che il glutine sia presente nella dieta del tuo bambino, facendo attenzione a introdurlo gradualmente e, soprattutto, nelle quantità corrette.

4. Conclusione

Come abbiamo visto lo svezzamento è un tema complesso, che non è bianco o nero, ma ha molte zone grigie.

Ciò che è importante ricordare è che nella scelta del tipo di svezzamento l’unica cosa che davvero conta è ascoltare le esigenze di tuo figlio.

Conoscere piccole indicazioni e consigli, come quelli che abbiamo visto in questo articolo, sarà sufficiente per fare tutto ciò che è necessario per il tuo bambino.

Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sul tema dello svezzamento, ti aspetto nella community di Parentube.

Un saluto,

Dott. Vittorio Vezzetti, medico specializzato in pediatria

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Articolo realizzato da:
Dott. Vittorio Vezzetti
Medico pediatra
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