Alimentazione
Dott.ssa Anna Galbiati

Dott.ssa Anna Galbiati

Alimentazione: i bambini possono scegliere la loro?

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Tanti genitori si trovano a chiedersi se sia possibile che sia il bambino a scegliere la propria alimentazione. La risposta a questa domanda richiede di prendere in considerazione più aspetti che si collegano all’alimentazione.

1. Le abitudini alimentari

Le abitudini alimentari e i gusti si formano già nei primi anni di vita e spesso vengono portati avanti nell’età adulta: si può già intuire quanto sia importante avere un’alimentazione equilibrata!

Una corretta alimentazione in un bambino vuol dire rispettare i fabbisogni di cui ha necessità attraverso alimenti sicuri e di qualità.

I fabbisogni energetici non si esprimono solo in calorie, ma soprattutto in macro e micro nutrienti che svolgono delle funzioni volte a garantire la salute del piccolo e dell’adulto che sarà.

In questo senso l’alimentazione svolge una funzione di prevenzione verso le condizioni patologiche legate all’alimentazione come diabete o malattie cardiovascolari, e anche verso le condizioni legate al rapporto con il cibo, ovvero i disturbi alimentari.

I bambini sono sottoposti tutti i giorni a continui stimoli e le loro scelte possono essere influenzate da coetanei o adulti con cui sono a contatto: è una nozione da tenere bene in considerazione. Le scelte di un bimbo possono essere anche di natura sociale!

2. Fattori che possono influenzare l’alimentazione

Le influenze che un bimbo può ricevere e rielaborare possono arrivare da fonti differenti:

  • da scuola, sia insegnanti che compagni o amici. l’educazione alimentare proposta a scuola rende il bimbo più consapevole di ciò che sta mangiando, ma anche la socialità e la compagnia degli amici ha un ruolo nelle scelte alimentari dei piccoli;
  • sono influenzati anche da ciò che vedono in televisione o su internet;
  • ultimo ma non ultimo da genitori, nonni, fratelli e parenti, i primi modelli che hanno conosciuto e a cui si sono affidati.

Capite che quindi gli stimoli sono parecchi.

Il nucleo familiare ha grande influenza nelle scelte alimentari dei piccoli: i bimbi tendono ad agire per imitazione delle figure adulte di riferimento, avere quindi dei buoni comportamenti alimentari aiuterà lo sviluppo di un bambino che avrà a sua volta un’alimentazione equilibrata.

L’adulto quindi ha il compito di presentarsi come un modello sano ed equilibrato, cercando se necessario di cambiare alcune abitudini che potrebbero fornire un modello diseducativo per i bambini. Se, per esempio, il genitore non mangia le verdure, si avrà più possibilità che il figlio cresca mangiando poche verdure, poiché non avrà un modello educativo di riferimento.

Il genitore quindi ha grande influenza nelle scelte alimentari del bambino, che sarà più portato a mangiare sano, se vede mangiare sano.

Quindi possiamo dire che le scelte alimentari di un bambino sono da indirizzare, non da imporre, ma neanche da lasciare totalmente in mano dei piccoli, dato che ancora non sono in grado di comprendere interamente l’importanza di alcuni alimenti e il pericolo di altri.

3. Cose da fare:

Come si fa a fare in modo che il bambino sia portato a mangiare equilibrato e, quando richiesto, a fare delle scelte corrette?

  • Prima di tutto è importante che l’adulto sia per primo un buon modello, come vi dicevo prima;
  • Altrettanto importante è coinvolgere i bambini a stare a tavola con i genitori, allo stesso orario, mangiando più o meno le stesse cose. La socialità influenza tantissimo l’alimentazione: spesso capita infatti di sentire che i bambini a scuola ‘mangiano tutto’ e a casa non mangiano nulla. Perché capita? I motivi possono essere molteplici, ma certamente mangiare in compagnia aiuta; spesso però non si tratta solo di questo.

Frequentemente i bambini a casa mangiano da soli mentre un adulto li osserva, magari dopo aver cucinato appositamente per loro.

Capita anche che i bambini non possano fare pause, scegliere cosa mangiare o in quale ordine assaporare o scartare.

Lasciare i propri spazi è importante per favorire la scelta, senza opprimere o portare ansia al momento del pasto. Perciò la cena in famiglia tutti assieme e mangiando le stesse cose, lasciando spazio e tempo alla sperimentazione dei piccoli aiuta e favorisce l’inclusione di tutti gli alimenti nella dieta.

4. Cose da evitare:

Un errore da evitare è quello di usare il meccanismo della ricompensa oppure quella del cibo come premio. Attenzione, sono due comportamenti diversi.

  • Partiamo dalla prima: l’abitudine di lodare o di offrire ricompense e premi al bambino che finisce il cibo che ha nel piatto è fallimentare. per esempio: puoi andare a giocare quando finisci di mangiare. Perché? Perché se c’è di mezzo l’idea di una ricompensa il cibo potrebbe diventare soltanto il mezzo per arrivare al premio, e si vanifica la possibilità di vivere lo stare a tavola in famiglia come un’esperienza di piacere condivisa da tutti. Inoltre la ricompensa rischia di sostituirsi alle motivazioni interiori che spingono il bambino a fare qualcosa.
  • Anche il meccanismo del cibo come premio potrebbe rivelarsi dannoso: dare da mangiare un alimento molto apprezzato come ricompensa per aver svolto un compito potrebbe interferire con la capacità del bimbo di autoregolare l’appetito con la conseguenza di farlo mangiare anche se non ha effettivamente fame, ma solo perché lo ha meritato. Questo tipo di comportamento può sedimentare nel bimbo e diventare un’abitudine anche in età adolescenziale ed adulta, che porta ad utilizzare il cibo come premio o compensazione, portando a squilibri alimentari e di salute.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Anna Galbiati
Biologa nutrizionista e docente
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