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Dott.ssa Anna De Santo

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Linguaggio e bambini: quali sono le tappe regolari dello sviluppo?

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Quasi tutti i bambini presentano uno sviluppo del linguaggio regolare. Alcuni sono più rapidi, altri hanno tempi più rallentati, alcuni con uno stile che va per tentativi ed errori, altri portati alla perfezione. Conoscere quali siano le tappe universali dello sviluppo del linguaggio, ci permette di seguire la crescita del nostro bambino senza troppa ansia ma con attenzione.

Come si sviluppa il linguaggio nei bambini? Perché il mio piccolo non parla ancora? Perché gli altri bambini parlano meglio di mio figlio?

Queste sono alcune delle domande che i genitori mi rivolgono la prima volta che si presentano nel mio studio.

La tendenza è quasi sempre quella di paragonare i propri bambini ai figli degli altri: si cerca di capire chi sia più avanti, chi pronuncia meglio le lettere, quante parole fanno già parte del vocabolario.

Quando si parla di linguaggio, la verità è che ogni bambino ha i suoi tempi. Alcuni sono più rapidi, mentre altri hanno tempi più rallentati. Alcuni sviluppano il linguaggio andando a tentativi ed errori, altri ancora sono portati naturalmente portati alla perfezione.

Tranne in casi eccezionali o in presenza di problematiche o patologie, tutti i bambini presentano uno sviluppo del linguaggio regolare.

Può essere utile, però, sapere che esistono delle tappe universali dello sviluppo del linguaggio.

Conoscerle ci permette di seguire la crescita del nostro bambino senza troppa ansia, ma con attenzione.

Vediamo insieme quali sono nel dettaglio.

1. Come si sviluppa il linguaggio nei bambini

In tutto il mondo lo sviluppo del linguaggio avviene nello stesso modo: all’inizio i bambini ascoltano e comprendono il linguaggio verbale, dopodiché iniziano a produrre le prime sillabe, le prime parole, le prime frasi.

All’età di 5 anni i bambini iniziano a costruire un discorso completo utilizzando forme verbali più complesse, come ad esempio il congiuntivo e il condizionale, e a costruire frasi sempre più articolate, simili a quelle di un adulto.

2. Linguaggio e sviluppo espressivo: quali sono le tappe?

Adesso vediamo nel dettaglio come procede lo sviluppo espressivo del linguaggio e quali sono le tappe regolari che lo caratterizzano.

Fino a 12 mesi 

Il bambino passa dal babbling, ai gorgheggi fino alla lallazione.

In particolare tra i 10-12 mesi inizia a produrre le prime parole: mamma, papà, nonna, tata.

Generalmente le prime parole di un bambino sono tutte riferite a persone o ad oggetti per lui è importanti, che vuole nominare fortemente e che ha sentito pronunciare sin dai primi giorni di vita.

Tra i 12 e i 18 mesi

Vengono prodotti i primi suoni occlusivi come la P di papà,  B, T, D, M, N e Gn.

A questa età il bambino comincia a produrre le prime frasi composte da una parola.

Facciamo qualche esempio: un bambino che ha fame utilizzerà solo il nome “mamma” per chiedere il cibo, oppure dirà “pappa” per intendere “ho fame”.

Fino a 24 mesi

Il bambino è in grado di produrre i fonemi costrittivi quali F, V, SCI, R, L e GLI.

Il numero minimo di parole che produrrà sarà tra le 20 e le 50.

La frase comincerà a essere costantemente bitermine, ad esempio se il bambino vorrà sapere dov’è il papà, chiederà “Papà né?”.

Tra i 24 e 36 mesi

Ci sarà l’esplosione del vocabolario, sia per i nomi, che per i verbi. Compariranno i fonemi come K , G e la Zeta.

Il numero di parole andrà da un minimo di 400 a un massimo di 1000 e la frase sarà completa di soggetto, verbo e complemento. Per esempio: “io vado a giocare”.

Dopo i 36 mesi

Il bambino avrà una corretta pronuncia di tutti i fonemi, conoscerà più di 1000 parole, anche se non le utilizzerà tutte nel linguaggio spontaneo.

La frase che pronuncerà sarà vicina a quella di un adulto, come ad esempio: “È arrivata in classe una nuova compagna e si chiama Virginia”.

A 5 anni

Se i bambini saranno stati stimolati alla comunicazione, saranno in grado di esprimersi con frasi più complesse e con la presenza del condizionale all’interno del costrutto.

Facciamo un esempio: “Mamma oggi vorrei andare insieme con la mia amica a mangiare un gelato. Può venire con noi?”.

3. Linguaggio ed errori di pronuncia

Fino ai 4 anni e mezzo di vita è consueto che i bambini commettano degli errori di pronuncia.

Gli errori possono riguardare lettere, parole o frasi che si pongono sempre nel range della normalità, che sono cioè tipici aspetti dell’apprendimento della pronuncia delle parole.

Vediamo insieme quali sono.

1) la cancellazione della sillaba: talo al posto di tavolo, che avviene fino ai 3 e mezzo/ 4 anni;

2) riduzione dittonghi: telo al posto di cielo, fino a 3 anni e mezzo;

3) metatesi: padule al posto di palude, fino a 3 anni e mezzo;

4) anteriorizzazione: tavolo al posto di cavolo;

5) posteriorizzazione e altro.

4. Il suono R, apparato muscolare e problematiche

Un classico problema del linguaggio che assilla molti genitori è la pronuncia del suono R.

La corretta pronuncia dipende dai movimenti dei fasci muscolari che compongono la lingua. 

Nella lingua ci sono 16 paia di muscoli che servono per alzare, ruotare, abbassare, muovere in retrazione e protrusione, spostare a destra e sinistra la lingua.

Nel corso dello sviluppo il nervo che stimola i muscoli linguali può completare, in alcuni casi, la mielinizzazione verso i 9/10 anni. Cosa significa? Che a quell’età il bambino riuscirà a far vibrare correttamente la lingua.

Anche un frenulo linguale corto può comportare una difficoltà a far vibrare la punta della lingua.

Un esercizio che si può fare per allenarla è il gioco del soffio.

Per produrre la R bisogna soffiare forte, posizionare la bocca a forma di sorriso e lasciare che la punta della lingua vada in modo morbido verso l’alto, producendo il suono vibrante R.

5. Linguaggio e problemi col suono S

Perché il mio bambino ha difficoltà a pronunciare la S?

Assieme alla R, la S è un altro suono la cui pronuncia preoccupa molto i genitori.

Spesso i bambini che fanno fatica a pronunciare la S tendono, per conformazione anatomica dei denti e del palato o per abitudine a mantenere la lingua in mezzo ai denti superiori e inferiori, quasi a uscire dalla bocca, e non riescono a soffiare. 

Per pronunciare il suono S, infatti, è importante mantenere la lingua bassa dietro i denti inferiori e soffiare sempre posizionando le labbra come a forma di sorriso.

Far soffiare i bambini su qualcosa, come un palloncino o una candela, può essere un buon esercizio per allenare lingua e bocca a pronunciare correttamente la S.

6. Conclusione

In sintesi, come abbiamo visto i processi di acquisizione del linguaggio e la corretta pronuncia delle parole si realizzano entro i 4 anni e mezzo di vita del bambino.

Dopo questa età, per ciò che riguarda la pronuncia, è meglio farsi aiutare da uno specialista per impostare i fonemi mancanti.

Avere una misura numerica, come quella delle tappe dello sviluppo del linguaggio, può aiutarti a monitorare i miglioramenti del tuo bambino, prevenire ansie inutili e osservarlo con attenzione.

Ricorda di non allarmarti se non è necessario, perché ogni bambino ha i suoi tempi rispetto all’apprendimento e alla riproduzione dei suoni.

Qualora ti rendessi conto di un ritardo rispetto alle tappe regolari dello sviluppo del linguaggio che abbiamo visto insieme, ricordati il supporto di un logopedista risolverà la situazione.

Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sul tema del linguaggio, ti aspetto nella community di Parentube.

Un saluto,

Dott.ssa Anna De Santo, logopedista

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Anna De Santo
Logopedista
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