verbale
Dott.ssa Anna De Santo

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Curiosità verbale nei bambini da 0 a 3 anni: ecco alcuni consigli

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Per comprendere come è fatto il mondo intorno a noi abbiamo bisogno di nominare oggetti, azioni e persone. Attraverso la curiosità al linguaggio stimoliamo il bambino a comunicare.

1. Curiosità verbale: come stimolare un bambino?

L’unico modo che abbiamo per stimolare un bambino a parlare è parlare.

A volte risulta necessario ripetere frequentemente il nome degli oggetti, oppure delle azioni, ed è importante farlo con calma, con pazienza, senza aver paura di essere ripetitivi, perché soprattutto il bambino che ha più difficoltà ad acquisire la capacità di parlare, non sarà infastidito dal fatto che ripetiamo le stesse parole.

Se vi accorgete che ha imparato una parola, ripetuta spesso nei giorni precedenti, e che la usa per esprimersi, anche se pronunciata male, fategli i complimenti e pensate che state lavorando bene, anzi più precisamente che state stimolando bene il vostro bambino.

I bambini con difficoltà di linguaggio verbale possono avere delle difficoltà di memoria e quindi fanno fatica a ricordare in modo rapido le parole da usare.

2. Per stimolare la curiosità verbale bisogna approfittare di ogni momento

Bisogna approfittare di qualsiasi momento che si passa insieme ai nostri bambini, a casa, nei diversi momenti di attività quotidiane: dal pranzo, al bagnetto, alla passeggiata eccetera, per nominare le cose che vedete che vi circondano, più lo si fa e meglio è per il bambino.

È importante descrivere ciò che succede, mentre siamo con il nostro bambino, quando stiamo giocando con lui, o mentre passeggiamo con lui, dobbiamo raccontare ciò che facciamo, se stiamo preparando una torta o la pasta o le lasagne che a lui piacciono tanto, e lui ci osserva mentre stiamo facendo qualcosa di importante, glielo possiamo spiegare con parole semplici.

In questo modo il bambino attiverà l’attenzione al linguaggio verbale e contemporaneamente in modo naturale, ascoltando, imparerà come comunicare attraverso le parole.

Pensiamo a quante occasioni ci sono, nel corso della giornata, per fare qualsiasi cosa, anche la più semplice e il bambino ha solo voglia di ascoltare ed imparare.

Mentre raccontiamo quello che stiamo facendo, lo raccontiamo in modo lento, non lentissimo, con una dizione chiara e ben articolata perché soprattutto i bambini con difficoltà nell’apprendimento del linguaggio hanno bisogno di fissare in modo preciso la pronuncia di una determinata lettera dell’alfabeto, che non riescono a pronunciare e a riconoscere, per questo è importante l’ascolto di un modello linguistico corretto.

Se parliamo in modo accogliente e chiaro ascolterà meglio i suoni contenuti nelle parole e acquisirà meglio la struttura della frase. Soprattutto riuscirà a fare attenzione agli elementi, come gli articoli e le preposizioni, che sono corti e che spesso non vengono ripetuti dai bambini perché vengono detti troppo velocemente. In più, essendo piccoli non ne capiscono il significato.

3. Linguaggio verbale: è importnante infondere sicurezza

Bambini con difficoltà di linguaggio, ma anche i bambini senza difficoltà di linguaggio, apprendono a parlare secondo un loro stile specifico per cui ci sarà il bambino che invece di dire la parola intera ne dirà solo una o due sillabe, ad esempio se il bambino dice “pa” per dire palla sarà importante elogiarlo e dirgli: “Sì bravo, “pa” si chiama proprio “palla”!

Fare complimenti al proprio bambino nei suoi piccoli successi è un modo ottimo per infondere sicurezza.

Se, ad esempio, un bambino pronuncia male una parola o anche una frase intera e potrà dire ad esempio “etto fafaia”, indicando una farfalla, senza bisogno di farglielo ripetere, gli facciamo capire subito che abbiamo compreso, che cosa ci ha detto, perché, al di là della pronuncia, è importante che il bambino capisca che il suo intento comunicativo è andato a buon fine e la prossima volta si sentirà più sicuro nel voler descrivere altre situazioni.

Dal punto di vista verbale quando un bambino parla e fa degli errori, il modo migliore per aiutarlo è ripetergli la frase in modo corretto.

Questo fa sì che il bambino disponga immediatamente del modello giusto e possa così “ragionarci sopra”.

Così facendo può succedere che spontaneamente ripeta la frase, senza che noi glielo chiediamo e riesca a pronunciare correttamente la parola che precedentemente non pronunciava bene.

Per far un esempio: Il bambino dice “mamma, voio paia” cioè la palla, la mamma risponde: “Sì, vuoi la palla?”, al successivo tentativo il bambino risponderà “sì voio palla”.

4. Inibizione a parlare: come comportarsi

I bambini intelligenti che hanno una difficoltà linguistica possono provare una certa inibizione a parlare quando è il loro turno, questo perché non riescono a elaborare le loro produzioni in modo veloce.

Accade così che il bambino tende a ritirarsi durante le conversazioni: in questi casi lo possiamo aiutare a inserirsi nel discorso facendo delle pause più lunghe di attesa, un po’ più lunghe del normale, guardandolo in viso, come a suggerirgli che ora tocca a lui e che noi siamo pronti ad ascoltarlo.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Anna De Santo
Logopedista
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Psicologa clinica e docente

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Psicologa clinica e psicoterapeuta dell'età evolutiva

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