cos'è il genitore-leader
Dott.ssa Maria Grazia Maldarizzi

Dott.ssa Maria Grazia Maldarizzi

Il genitore-leader: qual è il modo più adeguato per educare i figli?

INDICE CONTENUTI

L’educazione dei figli è sicuramente uno temi più importanti, complessi e anche temuti dai futuri e neo genitori.
Esiste un modo adeguato di educare i figli oppure è giusto che ognuno trovi la sua strada? Esiste un genitore-modello? Possiamo diventarlo?
In questo articolo trattiamo il tema dell’autorevolezza genitoriale e delle caratteristiche di un genitore-leader. 

La famiglia deve rappresentare il luogo più sicuro per il bambino in cui crescere circondato da persone disponibili ad accompagnarlo lungo il suo percorso di crescita.

Il bambino ha bisogno di un modello di adulto che gli rimandi l’idea di lui come persona degna di essere amata e valorizzata.

È necessario che le figure educative diano importanza ai limiti, agli errori, alle piccole ma grandi esperienze dei propri figli per garantire una crescita positiva: l’educazione è un compito complesso e come tale va affrontato.

Colui che è in grado di guidare, che si sente assolutamente adeguato e capace per il ruolo che svolge è il genitore AUTOREVOLE, non autoritario.

Ogni genitore si chiede quale sia il modo più adeguato per educare i propri figli, mischiando le giuste dosi di regole e di concessioni.

Gli studi sugli stili genitoriali mostrano come il genitore-leader (stile genitoriale autorevole)  sia quello che ha maggiore probabilità di aiutare i bambini a diventare degli adulti felici e sicuri di sé.

1. Il genitore-leader: quali sono le sue caratteristiche?

Ecco 3 motivi che fanno del genitore autorevole-leader un vero esempio da seguire:

1. Non riempie la casa di regole, ma impone delle linee guida.  

A differenza del genitore-dittatore che pretende un’assoluta obbedienza alle regole imposte, il genitore leader riconosce l’importanza di lasciare al bambino una certa libertà di azione.

Per questo, impone delle linee guida che costituiscono dei limiti invalicabili e non contrattabili, all’interno dei quali però è possibile muoversi e scegliere.

Mentre un genitore-dittatore direbbe “devi fare i compiti dalle 15:00 alle 16:30” e il genitore-suddito tenterebbe di convincere il bambino a fare i compiti “dai facciamo i compiti. Ti aiuto io così facciamo prima e poi puoi giocare”, il genitore-leader approfitta dell’occasione per insegnare al bambino come organizzarsi il proprio lavoro: “Sai che ceniamo verso le 19:30. Per quell’ora i compiti devono essere finiti. Vedi tu se farli subito dopo pranzo o più tardi nel pomeriggio. Ricordati però che per le 19:30 devi aver finito tutto”. 

Il genitore-leader ha imposto un limite invalicabile oltre al quale il bambino non può andare (in questo caso l’orario di cena), ma gli lascia la libertà di organizzarsi nel pomeriggio come ritiene più opportuno.

2. Lascia al bambino la possibilità di scegliere, in alcune occasioni.  

Prendere una decisione non è un compito banale. Tale compito diventa ancora più arduo se ci si ritrova a 20 anni a dover decidere per la prima volta nella propria vita.

Per evitare tutto ciò, il genitore-leader allena il bambino a prendere delle decisioni fin da piccolo.

Il genitore-leader non mette mai in discussione i limiti invalicabili (ad esempio, il bambino non può scegliere se andare a scuola o meno) ma in alcuni ambiti lascia che sia il bambino a prendere la decisione “Che sport ti piacerebbe fare dopo la scuola? Calcio e nuoto sono abbastanza vicini a dove abitiamo, quale preferisci?”.

Cominciando a prendere queste decisioni, e sopportando le eventuali conseguenze negative, il bambino comincia a sperimentare la sua autonomia e si allena per le decisioni, molto più importanti, che dovrà prendere da adulto.

3. Permette al figlio di sperimentare e trarre le sue conclusioni. 

Seppure certe volte la tentazione di intromettersi nella vita del figlio per aiutarlo e semplificargli le cose è forte, il genitore leader ha imparato quanto sia importante che il bambino faccia le sue esperienze in prima persona in modo da poterne trarre profondi insegnamenti.

Permettere al bambino di sperimentare alcune difficoltà o alcuni situazioni gli permette di fare un’esperienza diretta e di  capire perché un certo comportamento è adeguato oppure inopportuno.

La difficoltà più forte, da parte del genitore, è quella di accettare che il bambino faccia degli errori.

Lasciar sperimentare, infatti, significa accettare che il bambino molto probabilmente sbaglierà e dovrà ritentare.

Riprendendo l’esempio dei compiti, se il bambino deve organizzarsi il pomeriggio è molto probabile che le prime volte non riesca a finire i compiti in tempo per la cena. Oppure è probabile che si metta a piangere perché non finirà in tempo o, ancora, che si senta frustrato per non essere riuscito a fare ciò che la mamma gli aveva chiesto.

Tutte queste esperienze negative non sono dei terribili traumi infantili, ma semplicemente dei piccoli inciampi necessari a far capire al bambino che la sua strategia non era adeguata e che ne deve pensare un’altra.

Il genitore-leader, in questo modo, insegna anche a non arrendersi di fronte alle difficoltà, un’abilità questa che gli sarà molto utile da adulto.

2. Le linee educative per lo sviluppo armonico del minore

Ci sono delle linee educative generali che è bene seguire in modo da favorire lo sviluppo armonico delle potenzialità del minore.

Vediamo insieme quali sono.

1) Regole chiare, costanti e coerenti: queste caratteristiche sono molto importanti perché permettono al bambino o adolescente di aver chiari i propri limiti in un’ottica di continuità.

Talvolta infatti i giovani che crescono in un ambiente permissivo non sanno quali aspettative abbia il genitore nei loro confronti, e questo può causare una sensazione di confusione in quanto i soggetti in età evolutiva hanno bisogno di essere indirizzati e ricevere un contenimento.

Inoltre è importante che le norme non cambino da un momento all’altro per non generare confusione. Infine bisogna ribadire l’importanza della coerenza: se si impone una norma deve valere sempre, se si iniziano a fare continue eccezioni allora la regola non avrà alcun valore.

2) Motivazione dei divieti: è bene che il genitore spieghi il motivo per cui viene vietata una cosa, questo è anche un momento nel quale al minore possono essere trasmessi i valori e le convinzioni del genitore.

Inoltre è necessario spiegare le motivazioni del divieto in modo che il minore non abbia la sensazione di un’imposizione arbitraria da parte dell’adulto.

3) Chiarezza sui diritti del minore: è importante non porre la questione solo in termini negativi.

Il soggetto in età evolutiva deve sapere che il genitore desidera la sua felicità.

Quindi è fondamentale che l’adulto assecondi i desideri e le inclinazioni del giovane, quando questi sono costruttivi. Per esempio è necessario che il minore abbia del tempo da dedicare in modo ricreativo nella maniera che preferisce.

Inoltre è giusto che il giovane abbia voce in capitolo in molte scelte. Non si può ad esempio imporre che il soggetto svolga un’attività (uno sport, il suonare uno strumento) esclusivamente in quanto desiderio del genitore.

Piuttosto è corretto trasmettere al soggetto che si desidera che impieghi delle risorse in un’attività, ma lasciando a lui scegliere quale preferisce.

4) Punizioni certe ma limitate nel tempo e proporzionate alla situazione: le punizioni possono essere considerate un efficace strumento educativo, ma soltanto se seguono alcune prescrizioni.

Prima di tutto le punizione devono essere immediate, questo aspetto è fondamenta le soprattutto per i bambini piccoli per i quali in caso contrario perdono di significato.

In secondo luogo le punizioni devono essere equilibrate quindi non devono essere protratte eccessivamente nel tempo, e neppure essere eccessive.

Infine è importante ricordare che le punizioni devono essere un evento eccezionale, non ha senso quindi che siano troppo frequenti se non necessarie, altrimenti perdono di efficacia.

5) Grande attenzione ai bisogni emotivi e desideri del soggetto in età evolutiva. 

È importante che il genitore sappia ascoltare e conoscere il proprio figlio in modo da saperlo consigliare e supportare.

La crescita è un processo complesso che spesso genera delle insicurezze; il genitore deve quindi cercare di intercettare e rispondere tempestivamente a questi bisogni.

3. L’importanza delle regole nell’educazione

Riassumendo, è necessario che le figure educative abbiano presente l’importanza dei limiti per una crescita positiva del soggetto, tuttavia non bisogna arrivare a conclusioni affrettate.

Una cosa fondamentale che molti genitori conoscono è che non bisogna dare troppe regole altrimenti i bambini crescono rigidi e pieni di paure, crescono insicuri.

Non bisogna neanche darne troppo poche, perché è chiaro che i bambini hanno bisogno di educazione, di capire cosa è giusto e cosa no e l’assenza di regole è fonte di insicurezze e paure.

Questo lo sappiamo in teoria, nella quotidianità però, cadiamo in comportamenti sbagliati che non riusciamo a controllare.

Urliamo un po’ troppo o troppo spesso e proprio perché sappiamo essere sbagliato, ci sentiamo in colpa un attimo dopo.

Litighiamo con i nostri figli, creiamo il muro contro muro anche se sappiamo che non ci porterà da nessuna parte.

4. La leadership genitoriale: conclusioni

E allora la domanda è: perché lo facciamo? Perché mettiamo in atto comportamenti sbagliati, pur sapendo che porteranno solo guai?

Perché abbiamo allenato degli automatismi negativi, abbiamo sviluppato delle abitudini non utili.

Possiamo però allenare delle nuove abitudini utili che hanno a che fare con la leadership genitoriale!

Possiamo far nostre un insieme di abitudini positive che riguardano le nostre emozioni, il nostro modo di fare, il nostro modo di comportarci, la nostra comunicazione.

È chiaro che anche il genitore-leader può sbagliare, perché il genitore perfetto non esiste.

Un genitore-leader non crea il muro contro muro, ma sa creare il dialogo, lo sa portare avanti, sa negoziare, creare i giusti compromessi, ascoltare, sa entrare in empatia con i figli e comprenderli.

In poche parole, un genitore-leader ha sviluppato un comportamento equilibrato.

Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sul genitore-leader e l’educazione dei figli, ti aspetto nella community di Parentube.

Un saluto,

Dott.ssa Maria Grazia Maldarizzi, pedagogista e docente di scuola primaria

Ti è piaciuto questo articolo?
Condividilo con chi ami 💙

Articolo realizzato da:
Dott.ssa Maria Grazia Maldarizzi
Pedagogista e docente
4.75/5
Articoli correlati
Video correlati
Altri esperti che parlano di questi argomenti

Paola Cannavò

Psicoterapeuta e pedagogista clinica

Serena Lauria

Psicologa clinica e psicoterapeuta

Giuditta Mastrototaro

Pedagogista

Beatrice Farina

Psicologa dello sviluppo

Mariagiulia Pistone

Psicologa clinica

Elisa Trezzi

Pedagogista e insegnante di massaggio infantile AIMI

Carol Pizzolante

Psicologa clinica e arteterapeuta

Samantha Dionisio

Pedagogista e formatrice

Luigi Cirelli

Media educator

Laura Savignano

Educatrice d'infanzia e consulente pedagogica

Giada Maccan

Psicoterapeuta e Psicologa dello sviluppo

Cinzia Trigiani

Consulente della relazione di coppia e della famiglia

Viviana Cadari

Psicologa a orientamento strategico breve

Crea gratis il tuo profilo e ricevi i contenuti adatti alla tua famiglia

Crea gratis il tuo profilo e ricevi i contenuti adatti alla tua famiglia