paternità
Dott.ssa Carol Pizzolante

Dott.ssa Carol Pizzolante

L’importanza della paternità nella vita dei figli come rinforzare la relazione padre/figli attraverso l’arteterapia

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Condivido con i lettori alcuni passi di questo mio articolo in parte pubblicato in un testo scritto da me e altre colleghe arteterapeute e danza movimento terapeute del gruppo di ricerca sull’età prescolare di Art Therapy Italiana dal titolo “Arte e danza movimento terapia. Desideri, pensieri,  creatività.” Edizioni HAZE, 2019.

Lo condivido per l’importanza che ha avuto il lavoro di arteterapia con i papà e i loro bambini nei nidi e che mi ha permesso di trovare, nel mio percorso di ricerca, un mio modello di sostegno alla genitorialità lo condivido per ringraziare tutti i papà che ho incontrato.

Dedicato ai papà.

1. Quando nasce la paternità?

Per un papà il processo di paternità è più indiretto, il corpo della madre durante la gestazione si pone al centro della relazione con il bambino. La funzione contenitiva che avrà in questa fase è legata alla condivisione delle ansie e delle preoccupazioni della madre rispetto alle trasformazioni corporee che avvengono.

Sappiamo che un papà non potrà sentire il bambino dentro di sé come accade per una mamma, ma il coinvolgimento che si attiverà durante la gravidanza, fino al momento del parto, lo metterà da subito in relazione con un senso nuovo di responsabilità verso il bambino, verso la madre e verso sé stesso.

Crescerà così “dentro” di lui il figlio atteso e la sua nascita sarà anche la nascita della paternità.

Sarà questo a rappresentare per lui la prima esperienza di trasformazione, cambiamento e maturazione personale. Il processo di paternità si sviluppa attraverso la relazione intra-psichica e interpersonale che il padre instaura con il bambino.

Al momento della nascita il padre sarà chiamato a svolgere la delicata funzione protettiva nei confronti della nuova coppia madre-figlio.

Un tempo il padre di famiglia rappresentava l’autorità, la legge, ed incarnava quel ruolo educativo e normativo che gli faceva occupare un ruolo secondario rispetto all’accudimento dei figli. Ha rappresentato la continuità della tradizione e ha inserito i figli nella vita sociale.

Nel tempo è molto cambiato il ruolo dei padri, la paternità oggi non è più inserita in una struttura rigida che ne prevede una netta separazione dei ruoli. La figura del padre oggi, rispetto al passato, è in grado di assolvere a funzioni molto più articolate e complesse, che non si limitano solo ad aspetti punitivi-educativi o semplicemente ludici.

I padri sono sempre più in grado di costruire intorno al bambino un ambiente ricco di cure, denso di affetti, di attenzione ed ascolto. Un aspetto che osserviamo sempre di più nelle famiglie moderne è l’intercambiabilità dei ruoli, una sempre più crescente flessibilità e collaborazione all’interno della coppia genitoriale.

2. Che funzione ha oggi la paternità?

Il padre funge da mediatore con l’ambiente, tessendo, già nel periodo prenatale, la trama di relazioni che contribuirà alla costruzione di un rapporto del bambino con il mondo. In questo modo preparerà lo spazio affettivo ed emotivo che lo accoglierà.

La maggiore importanza riservata da sempre alla relazione madre-bimbo e alla maternità in generale, lascia oggi più spazio al ruolo della paternità nello sviluppo affettivo del bambino, spostando così l’asse dalla madre alla coppia madre-padre.

Diventare padre è un processo di costruzione di un ruolo genitoriale in cui emergono le figure genitoriali interiorizzate, i modelli del passato, i propri bisogni infantili, i processi emotivi.

È con la psicoanalisi che il concetto di ruolo paterno cambia, emergono funzioni nuove che ci permettono di osservare l’importanza della relazione con il padre all’interno dello sviluppo psichico ed affettivo del bambino.

3. Arteterapia per coppie papà/bimbo: come migliorare la relazione padre/figli?

Il gruppo descritto di seguito è risultato per caso composto da soli papà con i loro bimbi. Rifletto sulla possibilità di lavorare con loro su questo aspetto della paternità e credo che possano scambiarsi tanto. Propongo loro di lavorare sui punti di forza e le difficoltà che sentono legate alla paternità, affinché possiamo tracciarne una mappa delle caratteristiche che emergono.

S’incontrano tutti sul piano del gioco e lo spazio grafico sembra uno specchio del movimento che c’è intorno, questo spazio permette di fermare e di osservare i movimenti dei bambini e quelli dei genitori. Sono tutti papà al primo figlio. Tutti i papà verbalizzano molto, attivando un confronto costante con le mamme, i cui istinti sono faticosamente costruiti ed imparati.

Emergono riflessioni importanti circa il loro ruolo e la paternità in generale. Questi papà condividono il poco tempo a disposizione, a causa del lavoro, insieme al desiderio di non rinunciare al tempo lavorativo, la difficoltà di passare una giornata intera con il bambino perché vissuta con difficoltà la gestione pratica dell’accudimento fisico.

Si confrontano inoltre sulle aspettative che sentono di dover soddisfare. C’è chi sperimenta come punto di forza, la sicurezza, nonostante la distanza. Chi invece sta nella relazione con il bambino con leggerezza, attraverso il gioco, riconoscendo come punto di forza l’accoglienza e sentendo di dover essere più autorevole. C’è infine chi, sentendosi spinto dalla paura, protegge il proprio bambino ma lo lascia comunque libero di esprimere quei “no” o “è mio” che emergono in certe situazioni.

Questo ci pone di fronte alla difficoltà di gestione di quel ruolo paterno che funge da ponte per il bambino con il mondo esterno.

Le prime osservazioni scherzose sull’assenza delle mamme si trasformano, nella verbalizzazione finale, in un giudizio estetico di confronto “se oggi ci fossero state le mamme questo lavoro grafico sarebbe stato esteticamente bello”.

4. Conclusioni

Il lavoro che emerge sembra rispecchiare il movimento ed il gioco che si attiva tra questi papà ed i loro bimbi, sottolineandone l’importanza sul piano della relazione di un figlio con un padre.

È emersa un’interessante seduta in cui i papà hanno espresso il loro bisogno di comunicare, di condividere la solitudine, di dar voce ad aspetti infantili non elaborati, di scoprire e rendere consapevole il ruolo importante che ricoprono rispetto alle aspettative sociali che li vedono in grado solo di dare regole, di passare poco tempo con i loro figli e di essere poco pratici nella gestione ed organizzazione di routine, apprendendo dalle mamme metodi e modalità e applicandole come vogliono le mamme.

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Carol Pizzolante
Psicologa clinica e arteterapeuta
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