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Dott.ssa Carol Pizzolante

Dott.ssa Carol Pizzolante

Arteterapia: come riconoscere i bisogni e le emozioni dei bambini

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Come comprendere quello che i nostri figli sentono e provano? Che cos’è l’arteterapia e a che cosa serve?
In questo articolo vediamo insieme come utilizzarla per
riconoscere i bisogni e le emozioni dei bambini, per essere genitori consapevoli, efficaci, autentici. 

Quando si diventa genitori le emozioni che si provano in ogni fase della crescita dei figli sono tante e può capitare di sentirsi confusi ed inadeguati.

Ogni genitore vorrebbe comprendere al meglio pensieri ed emozioni dei figli e non sentirsi, in alcuni momenti, sopraffatto ed impotente.

La gravidanza, poi la nascita e le fasi diverse della crescita dei figli sono momenti importanti e significativi soprattutto per i genitori.

Da genitori allora come si fa a comprendere cosa sta accadendo e quali bisogni si celano dietro alcuni comportamenti dei figli?

In questo articolo scopriamo i benefici dell’arteterapia e come possiamo utilizzarla per riconoscere i bisogni e le emozioni dei bambini.

1. Le emozioni e i bisogni dei bambini

I principali bisogni di un bambino risultano essere:

  • ricevere un senso di sicurezza;
  • ricevere un senso di continuità e coerenza;
  • avere una relazione stabile e continua con le figure di accudimento.

Questi bisogni vengono soddisfatti primariamente dalla madre che, mentre tiene in braccio il suo bambino, mentre lo culla, lo tocca e gli fa da specchio, presentandogli il mondo, matura la consapevolezza che il bambino avrà il bisogno di allontanarsi da lei senza però perdersi nel vuoto.

Successivamente è nella famiglia, frutto di questa prima diade, che il bambino può iniziare a sentire il bisogno di comunicare, di sentirsi accolto, di condividere emozioni, di avere un contenitore in cui possano essere tenute tutte le angosce.

Le cure della madre così diventano piano piano cure di entrambi i genitori e successivamente cure familiari.

Quando da genitori si diventa consapevoli dei propri pensieri ed emozioni, anche i comportamenti risultano più coerenti e si rinforza l’efficacia della competenza genitoriale.

Questo renderà ogni genitore più autentico nella relazione con i figli.

2. Che cos’è l’arte terapia e a che cosa serve

Attraverso esperienze di arteterapia, dedicate al sostegno alla genitorialità, si può fare esperienza di cosa significa e del valore che ha:

  • comunicare stati d’animo ed emozioni in modo empatico;
  • rinforzare lo spazio familiare e proteggere nello stesso tempo quello individuale;
  • sentire i bisogni del genitore e quelli del bambino in uno spazio non giudicante;
  • fare esperienza creativa di sé attraverso il gioco con i materiali espressivi;
  • ascoltare in modo attivo;
  • apprendere insieme, dal fare arte, la fondamentale funzione riflessiva che è la capacità di riflettere su stati d’animo, affettivi e capire i comportamenti dell’altro per riconoscere i propri.

In uno spazio di arteterapia ogni genitore ha la preziosa possibilità di fare esperienza della propria capacità riflessiva che, se attivata e resa consapevole nella relazione, permette al bambino di costruire una sua funzione riflessiva che gli consentirà di autoregolarsi e di stabilire relazioni. 

L’arteterapia è una metodologia espressiva che utilizza i materiali artistici, pittorici e plastici, in uno spazio terapeutico in cui poter osservare le immagini e le emozioni che emergono dal processo creativo. 

Quando siamo coi nostri figli, piccoli o grandi che siano, siamo lì con loro e osserviamo le loro piccole scoperte, i loro primi passi, le prime parole e siamo dentro le loro scoperte, vivendole insieme a loro.

3. I benefici dell’arteterapia

In uno spazio di arteterapia, i primi passi, le prime parole e le prime scoperte equivalgono alle prime immagini create insieme, al primo gioco insieme con le tempere, alle prime emozioni che nascono proprio mentre si disegna.

In uno spazio di arteterapia valorizziamo l’unicità della relazione tra genitori e figli, partendo dai bisogni di entrambi, facendo emergere momenti di ascolto attivo e di autentica partecipazione.

Riflettere su come stiamo disegnando, sui materiali che abbiamo scelto di utilizzare e su come ci sentiamo permetterà la conoscenza di sé, dei propri stati affettivi ed emotivi dando significato all’esperienza.

È questa capacità umana di elaborare l’esperienza interpersonale e di darle un senso che porta a collegare i comportamenti ad intenzioni e sentimenti e a poterli comunicare all’altro. 

4. Cosa succede in uno spazio di arteterapia? 

Attraverso i materiali artistici i genitori portano sé stessi, parlano, colorano, dipingono, costruiscono stanze, porti, culle, case.

Incollano emozioni ad oggetti inanimati, danno vita a soggetti tridimensionali, parlano al posto di quel pupazzetto, sentono suoni provenire dalle conchiglie, il fruscio delle carte, l’odore dei pennarelli di quando erano bambini.

Lavano via la tristezza, si stringono forte intorno a un’idea che diventa pensiero, si completano costruendo insieme l’immagine della loro famiglia, tornano a casa con dubbi e nuove consapevolezze perché sanno che le loro risposte arriveranno.

Ne escono arricchiti e più umani. 

I bambini sono con loro e vivono questa ricchezza pensandola e sentendola anche per se stessi e, nei momenti difficili per entrambi, questo sarà il loro porto, la loro culla, il loro nido, la loro casa e molto altro. 

5. Conclusioni

Come abbiamo visto in questo articolo, l’arteterapia è una metodologia che permette ai genitori di condividere momenti speciali coi propri figli.

Durante queste esperienze si instaura un canale di comunicazione speciale, che rende più semplice riconoscere le emozioni e i bisogni dei propri figli.

Ma l’arteterapia non è a senso unico: infatti, diventa un’occasione per il genitore anche di conoscere sé, ascoltarsi davvero e crescere in consapevolezza e sensibilità.

È un’esperienza unica e preziosa, che consiglio a tutti i genitori.

Se vuoi approfondire l’argomento e confrontarti con me e altri genitori sull’arteterapia, ti aspetto nella community di Parentube.

Un saluto,

Dott.ssa Carol Pizzolante, arteterapeuta

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Articolo realizzato da:
Dott.ssa Carol Pizzolante
Psicologa clinica e arteterapeuta
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