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Indicatori di rischio a 5 anni: il prossimo anno andrà a scuola.

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Il quinto anno d’età, come le altre età, va osservato attentamente, in questo anno così importante di passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria, è fondamentale fornire al nostro bambino tutti gli strumenti utili al successivo apprendimento della lettura e della scrittura, senza sottovalutare nulla.
Vediamo insieme quali possono essere gli indicatori di rischio per lo sviluppo del linguaggio di tuo figlio.

1. Gli indicatori di rischio per i bambini di 5 anni

A 5 anni il nostro bambino si prepara a passare dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, al primo anno della scuola primaria.

Il suo linguaggio sarà generalmente preciso, senza alterazioni nella pronuncia dei suoni e ricco di frasi complesse, espresse con i tempi verbali giusti, e saprà farsi comprendere bene dagli altri compagni e dagli adulti.

Gli indicatori di rischio per i bambini di cinque anni saranno:

vede bene? sente bene? ha completato la pronuncia di tutti i fonemi? comprende in modo adeguato alla sua età?

2. Pronuncia corretta delle parole: il primo tra gli indicatori di rischio

L’aspetto della pronuncia corretta delle parole in questa fase di sviluppo è significativo e meritevole di approfondimento.

Perché il bambino non pronuncia bene le parole prima di andare a scuola?

A volte alcuni bambini non pronunciano questi suoni, che sono molto pochi, come St-Sk-Sp-LB ect… perché possono avere un’occlusione dentale non perfetta, oppure perché non hanno ancora acquisito una completa padronanza del movimento della lingua indipendente da quello della mandibola, o perché hanno un frenulo corto di cui nessuno si è accorto prima o ancora hanno delle piccole difficoltà a muovere in modo coordinato i muscoli facciali e quindi la loro pronuncia risulta sempre alterata.

Questi casi sono quelli più semplici da risolvere perché una volta insegnato al bambino come deve fare per pronunciare quel determinato suono lo imparerà velocemente e sarà pronto per andare a scuola e poter imparare a leggere e scrivere senza difficoltà.

3. Ulteriori indicatori di rischio genetici e non

Vi sono invece altri bambini che hanno due problemi insieme, cioè la difficoltà di coordinare i movimenti dei muscoli facciali e la difficoltà a riconoscere due suoni del linguaggio come uguali o diversi

Se il primo è un problema articolatorio, risolvibile con il continuo esercizio insieme al logopedista, il secondo è un disturbo fonologico che renderà difficile l’apprendimento della lettura e della scrittura.

L’apprendimento della lettura della scrittura si completa alla fine del secondo anno di scuola primaria, quando, se non risolto prima con la terapia logopedica, potrebbe trasformarsi in un disturbo di apprendimento oppure un disturbo di letto scrittura come la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia.

Ma mentre il disturbo di apprendimento è la conseguenza di un ritardo di linguaggio, la dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia hanno origine genetica, fanno parte dello stesso gruppo di difficoltà e può presentarsi anche se un bambino parla bene e non ha un disturbo fonologico e viene riconosciuta come tale alla fine degli apprendimenti della lettura e della scrittura, cioè alla fine del secondo anno della scuola primaria.

4. Cosa fare se vediamo nostro figlio in difficoltà

A 5 anni, il 5- 7% della popolazione infantile ha un ritardo di linguaggio persistente.

Questi bambini vengono chiamati i “late talker” o parlatori tardivi. Sono quei bambini in cui il ritardo di linguaggio si trasformerà in disturbo di apprendimento.

Generalmente in queste famiglie vi è già un parente anche in linea trasversale, che ha presentato le medesime caratteristiche. I bambini che hanno questa problematica hanno difficoltà di grado diverso nella comprensione nell’espressione orale del linguaggio, in una o più componenti, cioè possono avere un disturbo di tipo fonologico e sostituiscono un suono con un altro, oppure hanno un problema di tipo semantico per cui non sempre riescono a capire le strutture delle frasi negative.

Un altro aspetto a cui fare caso è che i bambini con disturbo fonologico, fanno fatica a riconoscere e a comprendere le frasi che contengono i clitici, ad esempio per loro sarà molto difficile capire la frase: “Guarda! Filippo e Matteo stanno giocando a pallone, ora gliela lancia forte, lanciagliela anche tu!”.

Il bambino non comprendendo la frase gli risponderà: “che cosa?”. Il bambino che a 5 anni presenta ancora queste difficoltà, poiché ha un’intelligenza nella norma, accorgendosi delle differenze fra lui e i compagni che non hanno difficoltà, potrà diventare aggressivo oppure ritirarsi e non partecipare alle attività in cui non riesce.

5. Indicatori di rischio: conclusioni

Quando vedremo che il nostro bambino ha difficoltà a comprendere la comunicazione verbale, ascolta in modo discontinuo, evita le richieste dirette, ha un gioco povero e utilizza poche parole per comunicare, ha difficoltà a raccontare, sarà importante chiedere il parere di approfondimento prima al pediatra e poi agli operatori sanitari che si occupano dell’infanzia per avere consigli e strategie pratiche per aiutarlo.

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