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Rimproveri e time-out [2022]

rimproveri

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I rimproveri sono utili all’educazione dei bambini? Vediamo insieme alla Dott.ssa Maldarizzi un metodo efficace per non perdere la pazienza e recuperare equilibrio emotivo.

1. Rimproveri: significa educare?

Educare vuol dire soprattutto due cose dare regole coerenti (semplici e adeguate all’età) e organizzazione.

L’educazione deve sostenere l’organizzazione dei processi di crescita e apprendimento e non deve sicuramente basarsi su rigidità comunicativa e relazionale vestita di urla.

Chi urla non è più padrone di sé, ha perso il controllo

2. Dai rimproveri deriva un atteggiamento di difesa

Questa immagine si allontana dall’affidabilità e dall’essere riferimento per i figli.

I figli entreranno in un atteggiamento di difesa. Innanzitutto prima di urlare e rimproverare prendiamoci il tempo di capire e spesso, contestualmente, può essere utile il metodo del “time out”: un invito a prendersi una pausa di riflessione per ritrovare la calma e recuperare un equilibrio emotivo e comunicativo. Il bambino, non appena si verifica il comportamento indesiderabile, viene allontanato dalla situazione in cui si trova, collocato in un luogo tranquillo privo di qualunque interesse o stimolazione, nel quale rimarrà fino a quando il segnale di un timer indicherà la fine del periodo del time out o fino a che la figura genitoriale lo riterrà giusto.

3. Il time-out non è una punizione

L’approccio più efficace è quello di pensare al time-out come ad una pausa dai comportamenti poco desiderabili del bambino. Quindi, non come una punizione, ma come ad un breve periodo di tempo che permette (anche al genitore e/o all’insegnante, all’educatore) di avere alcuni minuti per prendere le distanze dai comportamenti vissuti negativamente così da elaborarli e calmarsi.

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