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Attenzione e concentrazione: amici dello studio e non solo

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Tuo figlio è poco attento e facilmente distraibile? I compiti sono uno stress per lui e per voi genitori? Buone notizie: sapere che esistono diversi tipi di attenzione e scegliere quella giusta per ogni attività sono il modo migliore per allenarla e imparare a utilizzarla al meglio!

Indice

1. Attenzione: cos’è?

L’attenzione è un processo cognitivo che si impara e affina con la crescita e che permette di organizzare le informazioni provenienti dall’esterno e di regolare i processi mentali in base ad esse.

Spesso ci troviamo di fronte a ragazzi con grandi difficoltà a concentrarsi, con conseguenze negative non solo sul rendimento scolastico, ma anche sull’autostima e sulla fiducia nelle proprie capacità, per non parlare poi di quanto anche la relazione coi genitori, preoccupati per questa situazione ed essere vissuti come dei persecutori dai propri figli, possano risentirne.

La buona notizia però c’è: attenzione e concentrazione possono essere allenate, e il primo passo per farlo e insegnarlo ai vostri figli è conoscere queste importanti funzioni per favorirle e allenarle adeguatamente.

Forse infatti non tutti sapete che il nostro cervello è in grado di imparare e sfruttare ben 4 tipi di attenzione, ognuna delle quali ha delle proprie caratteristiche e serve a compiere attività e compiti specifici. Ne va da sé che esistono quindi anche delle specifiche attività che possono fungere da allenamento per ogni tipo di attenzione, che potete insegnare ai vostri figli.

2. Attenzione selettiva

1. L’attenzione selettiva è capacità di dirigere e orientare l’attenzione a un obiettivo specifico ignorandone altri non pertinenti.

Per loro natura, i bambini sono curiosi di conoscere il mondo, attitudine che li porta a distrarsi facilmente  è consigliabile ridurre tutte le possibili fonti di distrazioni presenti nell’ambiente circostante, spegnere tv, tablet e smartphone che potrebbero attirare la loro attenzione, via i giocattoli dalla vista dei bambini.

Anche educare i bambini all’attesa: evitare di rispondere subito alle richieste perché saper aspettare implica la capacità di mantenere l’attenzione e la concentrazione su un determinato stimolo, per un tempo prolungato; imparare a memoria filastrocche, puzzle.

3. Attenzione focalizzata

2. L’attenzione focalizzata è capacità di focalizzarsi sui particolari e sui dettagli.

Come per la selettiva, è importante ridurre tutte le possibili fonti di distrazioni e per allenare la concentrazione divertendosi ci sono giochi come indovina chi? O aguzza la vista della settimana enigmistica in cui è fondamentale la capacità di discriminazione di dettagli.

Se non avete questi giochi non preoccupatevi: basterà allenarsi a descrivere minuziosamente nei dettagli un’immagine qualsiasi.

4. Attenzione sostenuta

3. L’attenzione sostenuta è il tipo di attenzione che più influisce nell’apprendimento del bambino/ragazzo, in quanto è ciò che gli permette di mantenere il focus su un determinato oggetto/argomento per un certo intervallo temporale, in maniera tale da dare la possibilità alla propria mente di memorizzarne i dati importanti per allenarla può essere utile usare un timer, partendo dal tempo personale attuale di tenuta dell’attenzione e via via allungando il tempo che viene prefissato come necessario da dedicare a quella specifica attività.

Così si imparerà anche a “dosare” le energie a disposizione, sapendo che per quella durata specifica si dovrà portare a termine quel compito.

5. Attenzione alternata e condivisa

4. L’attenzione alternata e condivisa è la capacità di passare da un elemento all’altro del compito e di svolgere più compiti diversi contemporaneamente, di occuparsi di due cose allo stesso tempo, quello che volgarmente chiamiamo multitasking, ha a che fare con la flessibilità.

Allenatela prendendo appunti scritti mentre si guarda un video o si ascolta una lezione, o per i più piccoli mentre si ascolta una storia far fare loro un disegno della vicenda e dei protagonisti.

6. Capacità d’attenzione per le diverse fasce d’età

Oltre a conoscere questi tipi di ti attenzione e le attività che possono allenarle e svilupparle al meglio, ricordiamoci che altri fattori importanti da considerare sono tempo e l’età: età diverse hanno infatti capacità di attenzione diverse:15-20 minuti per i bambini fino a 6/7 anni; 40-45 minuti per i ragazzi fino a 15-16 anni, che vanno rispettate e non forzate.

Forzandoli non li abituerete a essere più performanti, ma anzi li demotiverete dinanzi al compito alimentando emozioni di rabbia e frustrazione.

E a proposito di nervosismo, stanchezza, sonno, mal di testa, spesso la ragione principale è la disidratazione, che rende ancora più difficile e faticoso stare attenti concentrati.

Assicuratevi che attenzione e concentrazione siano idratate: bere a piccoli sorsi, tenendo l’acqua sotto la lingua per un paio di secondi, consente all’ossigeno e ai sali minerali importanti per queste funzioni di raggiungere velocemente il cervello e dunque riattivarlo, svegliandolo velocemente.

Tenere una bottiglia d’acqua e un bicchiere a portata di mano sulla scrivania basterà vederli per aiutarli a ricordarsi di bere, azione che non deve essere fatta solo al bisogno quando si ha sete.

7. Attenzione e concentrazione: alcuni consigli

Attenzione e concentrazione vanno anche nutrite: noci pesce, pesce azzurro e salmone, uova, cioccolato sono alimenti amici del cervello che possono aiutare i giovani a contrastare stanchezza e dunque fatica e difficoltà nella concentrazione.

Un altro modo per incoraggiare e sostenere attenzione e concentrazione è lavorare sul contesto e sull’ambiente di studio: innanzitutto lavorare e studiare sempre nello stesso posto favorisce la concentrazione, perché i bambini sono molto metodici e abitudinari, quindi dedichiamo una parte precisa della casa a questa attività; sforzarsi nella lettura o nell’esecuzione del compito per poca luce richiede più energie al cervello, che verranno tolte dunque all’attenzione, quindi mantenere un’illuminazione adeguata è importante; ridurre gli stimoli stimoli visivi perché attirano lo sguardo e dunque sottraggono concentrazione; mantenere lo spazio di lavoro e di studio ordinati lasciando a portata solo ciò che serve e nient’altro che possa fungere da distrattore,

Nonostante spesso sia associato a scarsa concentrazione, il movimento per alcuni ragazzi e ragazze può essere fondamentale anche durante lo studio: può fungere da sfogo per le emozioni di frustrazione che possono interferire con l’attività di studio, per questo per loro può essere utile tempio potersi muovere: quindi non abolire né evitare passeggiate avanti/indietro dentro la stanza durante l’apprendimento, ma favorire movimenti funzionali all’apprendimento quindi contenuti ma ritmici per esempio il dondolare le lievemente su una palla da pilates.

A proposito di movimento, se in pagella c’è qualche insufficienza o è faticoso concentrarsi, non vietare l’attività fisica ai vostri ragazzi chiudendoli in casa accasciati sui libri, anzi, sport e movimento possono aiutarli anche a migliorare i brutti voti e a essere più concentrati: l’attività fisica è correlata all’aumento della circolazione sanguigna, quindi all’apporto di sangue ai tessuti e anche al cervello, compresa l’area dove risiedono la capacità di apprendere, l’attenzione e la memoria, favorendo cosi nuove connessioni tra i neuroni.

In ultimo, ma non per minore importanza, concedete a bambini e ragazzi delle pause: ricordiamoci che esistono tempi di attenzione per ogni età, e che il cervello ha bisogno di riposare per far sedimentare e consolidare le informazioni immagazzinate.

Pause attive, quindi non sedentarie ma con dello stretching, una piccola passeggiata o qualche minuto di movimento più sostenuto non distrarranno dai compiti e non sarà più difficile farli riprendere… anzi, avranno consentito di ricaricare le pile.

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