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Sguardo e contatto: i primi mesi del tuo bambino

sguardo

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Il neonato si trova ad affrontare un nuovo mondo quanto i genitori che vedranno la propria vita ricca di cambiamenti. In questo articolo parleremo dell’importanza della comunicazione attraverso lo sguardo ed il contatto.

1. Sguardo e contatto: primo mese

Il primo mese è il mese della conoscenza reciproca. La pelle è il primo mezzo di comunicazione per il bambino.

È infatti attraverso la pelle che il neonato inizia a conoscere ed esplorare il mondo, a percepire il comportamento dei muscoli e delle emozioni della persona che lo tocca, lo coccola e lo sorregge.

Sviluppa il graduale senso di sé in rapporto agli altri e al mondo esterno. In questo senso la pelle del neonato assume il ruolo di un organo psichico.

Vi è poi il momento del neonato che incontra per la prima volta gli occhi della madre e del padre; questo rappresenta un porto sicuro in cui trovare pace e rifugio.

È importante guardarlo negli occhi e fin dai primi giorni iniziare a parlargli anche anticipando ciò che si farà dopo (esempio “Ora mangiamo insieme e poi andremo fuori a fare una bella passeggiata”).

Ciò permette al neonato l’adattamento alla sua nuova vita e man mano al genitore di sviluppare empaticamente la capacità di comprendere il neonato. Talvolta vi è la tendenza a concentrarsi soltanto sul nutrimento e sul sonno, invece che sulla comunicazione data dal tenerlo in braccio, cullarlo, parlargli e imparare a sincronizzarsi con il suo comportamento

2. Sguardo: il legame genitore-neonato

Quando si crea il legame genitore-neonato bisognerebbe:

Pensando al momento dell’allattamento si può pensare di associare e ricompensare ad ogni pausa da suzione un sorriso o una carezza nonché dare una connotazione sociale alla poppata.

Nel secondo mese di vita la comunicazione del piccolo aumenta in maniera esponenziale attraverso sorrisi, espressioni, sguardi, versetti… con linguaggio pre verbale.

3. Sguardo e comunicazione

Con le espressioni del viso i neonati e i bambini piccoli esprimono sentimenti ed emozioni con tutto il corpo.

I loro gesti, i loro atteggiamenti e la postura sono chiari segnali di comunicazione che accompagnano, poi, la verbalizzazione di ciò che provano e dei loro bisogni.

In particolare, il bambino appare particolarmente attratto dalla madre (o dalla persona che si prende cura di lui), con la quale è coinvolto in un processo di adattamento e di influenzamento, attivo e reciproco.

Potrete spesso sentirvi in difficoltà nel non capire cosa il bambino vi stia comunicando ma siate sereni perché l’esperienza sarà la miglior guida maestra.

4. Ogni bimbo è diverso

Ogni bimbo è un mondo a sé.

Perciò non tutti gli obiettivi di crescita sono raggiunti nello stesso momento da tutti.

Se però verso il terzo mese di vita notate che il vostro bimbo non è in possesso della capacità di fissare il vostro sguardo, non riuscite a tenere con lui la comunicazione, potete consultare un professionista che sarà in grado di valutare la situazione.

Un professionista ha gli strumenti per verificare se questo è correlato alla vista del bambino, alla sua capacità di elaborazione sensoriale o ad altri problemi di sviluppo.

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